Monsters of Rock - the Philipp Plein SS2020 | AudreyWorldNews fashion luxury lifestyle

9.7.19

Monsters of Rock - the Philipp Plein SS2020




Che le cose siano cambiate nel mondo del fashion e’ abbastanza evidente, ma che le regole del suo linguaggio si siano spostate così più in avanti, tanto da divenire la celebrazione di uno show in cui il concetto stesso di sfilata di moda, sembra quasi passato in secondo piano…..questo sinceramente ...la dice lunga su quanto il mondo digitale abbia cambiato il mondo della moda .



Sicuramente questo mondo non è il primo e è l’ultimo che subisce le conseguenze di questa rivoluzione, ma certo e’ che un giorno,  il concetto di “collezione e fashion show” così come lo avevamo visto fino ad oggi sara’ un fatto elitario ed esclusivo  simile alla voglia del vinile nel mondo della musica.


Philipp Plein, che con i suoi show ha sorpassato ormai da tempo tutto i player di questo mercato, ha fatto un grande balzo in avanti verso questa direzione e, il concetto stesso di “new fashion show” celebrato ormai anche dai classici come Chanel sembra essere ormai il nuovo modo di raccontare questa esperienza “estetica” dei tempi moderni. Plein e’ la nuova star della moda del primo ventennio del ventunesimo sceolo, allo stesso modo di come lo fu Gianni Versace per gli anni 80 e 90, non tanto dal punto di vista stilistico, perchè i loro background sono differenti, ma piuttosto come personaggi, icone del proprio tempo, che hanno saputo segnare con il proprio lavoro il senso storico del momento in cui hanno vissuto.





Plein con il corpo “ il suo “,  e la sua “mente” geniale,  ha ridefinito il nuovo “mark up” della moda e ha sancito la resurrezione dei fashion brand in qualcosa di più grande: gli “show brand” che oggi  esprimono una nuova forma di linguaggio che di fatto ha ricodificato la nostra esistenza, evolvendola in direzioni che oggi forse non riusciamo neanche e immaginare. Riempire uno spazio, di 5000 invitati,  come quello in cui si e’ celebrato di fronte alla fondazione Prada di Milano,  e’ un segnale forte e di sfida verso l’establishment della moda italiana, e allo stesso tempo paradigma di come la moda sia diventata, al pari di un evento sportivo, sia ormai qualcosa di unico e di grande.


Vedere contrapposti a Milano, in luoghi distanti da via Montenapoleone, le sublimazioni di Prada e Plein in unala loro metamorfosi mediatica, mostra anche le strade diverse di comunicazione  e di coinvolgimento emotivo che questo mondo sta esplorando.Di fronte all’arte contemporanea (Fondazione Prada) il segnale di Plein è sembrato una “sfida” costruita sulla sua voglia di vivere e di divertire, cercando le origini e le intuizioni creative di ribellione all’estetica comune, che contengono in sé quella furia creativa che ha permesso di realizzare una “mega festa Plein” degna dei migliori Show degli Universal Studios.


Una sfida, dicevo, tra chi sfrutta la creatività per esibirla e chi la vive e la interpreta nella propria vita mostrando il futuro e l’evoluzione del linguaggio della moda delle nuove generazioni. Quando Plein era  un “outsider” della moda, i già l’amavo, e mentre i brand “snob” del circuito mediatico e comunicativo erano minimal chic, no logo, e no party, io esultavo per la sua creatività e per il coraggio di osare oltre ogni schema consolidato. Oggi, invece che tutti i brand e i magazine, sono piegati a una follia creativa disgregante e dissociata che vede in Gucci, l’apice di questa “follia collettiva” dove la bellezza sembra essersi disintegrata nell’appariscente senza senso,  Plein mi pare ancora più fresco, più giovane, e sexy di prima, nelle sue collezioni che mostrano la sua attitudine a sentire i tempi come nessuno altro ha mai fatto prima. Sarà difficile trovare per strada gente vestita Gucci, magari vedrete in giro molti accessori, ma ne trovate tanti che sentono Plein come loro rappresentante estetico che vivono intorno a noi e lo sentono parte della propria estetica.


La verità è che non esiste un personaggio come lui, che riesce a essere in “risonanza” con il mondo che vive, trasformandosi da stilista, a influencer, a sportivo, a rockstars, e a sex symbol. Il lui potete ritrovare tutti gli elementi di un uomo dei “media contemporanei” e non esiste un altro personaggio che possa interpretare in sé tutti i concetti stessi che lui rappresenta.


Monsters of Rock, il nome dello show Plein,  è stato un “vero show” in cui la band the “Entire Universe” ha suonato su un camion appena uscito dal film Mad Max, irrompendo nello stage a ritmo di rock ispirato  ai Kiss  ricamato su tutti i pezzi della collezione in sfilata.
Bikers Jackets in Pitone e borchie, felpe, jeans e sneakers ispirate al mood Mad max, mescolate con motivi metallici e stampe piene di borchie e catene si sono fuse in silhouette femminili che sembravano uscire da un altro pianeta.
Un mondo in cui la seduzione sa trasformarsi in qualcosa di veramente dirompente e dove gli accessori, anch’essi da film hanno identificato appieno la voglia di ritrovare nella musica del passato una potenza narrativa ed evocativa che oggi io non riesco più a vedere nelle giovani rock band.
Insomma, Plein ancora una volta ha saputo interpretare i tempi e, da grande creativo, ha compreso come il suo lavoro vada oltre la semplice costruzione estetica di una collezione,ed è divenuta un modo di interpretare la bellezza del corpo umano, come vera forma artistica.



La  sua “arte” che non è come sembra di scioccare e esagerare senza ragione, vuole mostrare come, la sensualità della vita,  possa spingere a vivere per costruire qualcosa che resterà impressa nella storia, come ciò che hanno fatto i grandi della moda come Fiorucci, Moschino,e Versace.
Se conoscete qualcuno che può farmi emozionare come lui, fatemelo sapere, perchè ogni volta che partecipo ad uno dei suoi mitici show, io mi sento di viaggiare alla velocità della luce.
What will happen next time?


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